Sorto sui resti 
                    dell'antico castello di Raimondello del Balzo Orsini del 1338, 
                    il Palazzo Ducale di Martina Franca 
                    viene costruito nel 1668, ad opera dell'ottavo duca di Martina Petracone 
                    V Caracciolo, come si evince dall'incisione dell'architrave 
                    del portale, simbolo del potere della casata.Un progetto grandioso, 
                    imponente e costoso (solo il primo
 
                    ad opera dell'ottavo duca di Martina Petracone 
                    V Caracciolo, come si evince dall'incisione dell'architrave 
                    del portale, simbolo del potere della casata.Un progetto grandioso, 
                    imponente e costoso (solo il primo lotto dei lavori costò 60.000 ducati), che si rifaceva 
                    a quello dei sontuosi palazzi romani, tanto 
                    da essere costituito da 300 camere, cappelle, stalle, corte, 
                    teatro e foresteria. In un primo momento il palazzo 
                    fu considerato opera di Gianlorenzo Bernini, ma recenti studi 
                    storici assegnano la paternità a un bergamasco, Giovanni 
                    Andrea Carducci, che avrebbe lavorato su un disegno approvato 
                    dal Bernini, avvalendosi dell'arte dei muratori locali, detta 
                    della polvere bianca. Il palazzo non fu mai 
                    ultimato, così come era stato originariamente progettato, 
                    a causa delle ingenti spese; fu solo parzialmente terminato 
                    nell'ala orientale per opera del Duca Francesco III nel 1773. 
                    La facciata, realizzata in tipico stile 
                    barocco, è divisa orizzontalmente da una 
                    balconata in ferro battuto, opera di maestri locali, e verticalmente 
                    dalle lesene. Il portale, ampio con arco ogivale, contenuto 
                    da due semicolonne di ordine toscano, presenta una lapidaria 
                    epigrafe Petraconus V - fundamentis erexit / anno DNI MDCLXVIII, 
                    decorazioni militaresche e maschere apotropaiche sulla parete 
                    superiore. Un ampio scalone conduce al portale barocco, 
                    di stile tardo rinascimentale, da cui si 
                    accede ai locali dell'appartamento reale. Le dorate pareti 
                    rococò, sagomate a orecchio, disposte lungo lo stesso 
                    asse, introducono nelle sale preziose fra cui alcune egregiamente 
                    decorate a tempera da Domenico Carella nel 1776: la Cappella 
                    dei Duchi, la sala 
                    dell'Arcadia, la 
                    sala del Mito e la 
                    Sala della Bibbia.
 
                    lotto dei lavori costò 60.000 ducati), che si rifaceva 
                    a quello dei sontuosi palazzi romani, tanto 
                    da essere costituito da 300 camere, cappelle, stalle, corte, 
                    teatro e foresteria. In un primo momento il palazzo 
                    fu considerato opera di Gianlorenzo Bernini, ma recenti studi 
                    storici assegnano la paternità a un bergamasco, Giovanni 
                    Andrea Carducci, che avrebbe lavorato su un disegno approvato 
                    dal Bernini, avvalendosi dell'arte dei muratori locali, detta 
                    della polvere bianca. Il palazzo non fu mai 
                    ultimato, così come era stato originariamente progettato, 
                    a causa delle ingenti spese; fu solo parzialmente terminato 
                    nell'ala orientale per opera del Duca Francesco III nel 1773. 
                    La facciata, realizzata in tipico stile 
                    barocco, è divisa orizzontalmente da una 
                    balconata in ferro battuto, opera di maestri locali, e verticalmente 
                    dalle lesene. Il portale, ampio con arco ogivale, contenuto 
                    da due semicolonne di ordine toscano, presenta una lapidaria 
                    epigrafe Petraconus V - fundamentis erexit / anno DNI MDCLXVIII, 
                    decorazioni militaresche e maschere apotropaiche sulla parete 
                    superiore. Un ampio scalone conduce al portale barocco, 
                    di stile tardo rinascimentale, da cui si 
                    accede ai locali dell'appartamento reale. Le dorate pareti 
                    rococò, sagomate a orecchio, disposte lungo lo stesso 
                    asse, introducono nelle sale preziose fra cui alcune egregiamente 
                    decorate a tempera da Domenico Carella nel 1776: la Cappella 
                    dei Duchi, la sala 
                    dell'Arcadia, la 
                    sala del Mito e la 
                    Sala della Bibbia. 
                  © Foto Cosimo Basile